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Claude McKay e quel romanzo "scandaloso" pubblicato quasi un secolo dopo

Arriva nelle librerie americane "Romance in Marseille", inedito dello scrittore di origine giamaicana. Protagonista un clandestino che dopo una disabilità provocata dalla crudeltà dei bianchi si trova a vivere in un quartiere degradato e sessualmente libero

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Omosessualità e bisessualità sono state raccontate in letteratura ben prima dei moti di Stonewall nella San Francisco di fine anni Sessanta. Negli anni Quaranta, Jean Jenet descriveva le passioni erotiche di marinai e giovani di strada; ancor prima Jean Paul Sartre vi dedicava un personaggio nel suo La nausea e Thomas Mann e Robert Musil non ne facevano mistero nei loro libri di inizio Novecento (come nei Turbamenti del giovane Törless, del 1906). Oltreoceano, dagli anni Cinquanta, si era unito a loro l'afroamericano James Baldwin, con gli amori bisessuali de La stanza di Giovanni e le esplorazioni del jazzista nero Rufus in Un altro mondo. Meno conosciuto in Italia è invece Claude McKay (1889-1948), poeta e scrittore bisessuale afroamericano di origini giamaicane e parte del movimento degli anni Venti dell'Harlem Renaissance. Un suo inedito, Romance in Marseille, è stato pubblicato questo mese in America per Penguin, ma la cosa singolare è che arriva in libreria a quasi un secolo da quando l'autore aveva iniziato a scriverlo, nel 1929, e da quando l'aveva abbandonato, nel 1933.

Come già in precedenti opere di McKay - e come per altri autori della Renaissance - , l'omosessualità, la queerness, fa parte della storia: non come condizione sine qua non della trama, ma piuttosto come un dato di fatto del vissuto e della quotidianità dei personaggi, senza sentimentalismi, senza riflessioni puntute e strazianti (come appunto in Baldwin). Fa invece da contorno realista alla condizione di un africano in viaggio per il mondo, tra colonialismo, razzismo e una disabilità provocata dalla crudeltà del bianchi.

La genesi del libro è complessa: nel 1926 un clandestino nigeriano, Nelson Simeon Dede, si era nascosto a bordo di una nave sulla rotta Marsiglia-New York. Quando era stato scoperto, era stato rinchiuso in una latrina gelida per il resto del viaggio. A destinazione, i suoi piedi erano congelati e si era dovuto procedere con l'amputazione. L'azienda, la Fabre, aveva spedito Dede indietro a Marsiglia con un rimborso, ma allo sbarco era stato arrestato. Claude McKay minacciò la compagnia di farne un ritratto impietoso nel suo nuovo romanzo e ottenne il rilascio di Dede. Nell'inedito Romance in Marseille, il clandestino è il protagonista. Qui si chiama Lafala, e la vicenda è bene o male la stessa: c'è persino un tale Etienne che combatte perché torni libero. Ricevuto un indennizzo per la perdita delle gambe, Lafala trascorre il suo tempo in un quartiere operaio di Marsiglia, degradato e sessualmente molto libero.

Il romanzo, troppo scandaloso per essere pubblicato all'epoca, è un piccolo caso editoriale americano. Il New York Times ricorda come McKay nel 1929 disse ai giornalisti che per capire le sue opere ci sarebbero voluti quarant'anni. Ma di fatto ne sono passati quasi cento. L'opera era comunque nota agli studiosi, ma finora non aveva destato grande interesse. Nulla si sa di una prossima traduzione in Italia.

Di Claude McKay, in italiano, è stato tradotto da D-Editore il suo romanzo "Ritorno ad Harlem" del 1928.
 Il romanzo è edito negli Stati Uniti in edizione paperback nella collana Penguin Classics (208 pagine)